Cara scuola, sono Lucrezia ed è da quattro settimane che mi è impossibile ritornare tra le tue mura. Non avrei mai immaginato di ammetterlo, eppure è per me difficile accettare l’idea di non poter più camminare per i tuoi corridoi o sedermi nelle tue aule; insomma, mi manca quella normalità e quella quotidianità che più di una volta ho criticato.
Una parte di Me e della Mia Vita
di Lucrezia Massignan
La prima volta che ho varcato la tua soglia, ho visto solo un semplice edificio, ma col passare dei giorni e dei mesi, quelle mura hanno assunto un valore molto importante: quelle mura, quelle sedie e quei banchi, che vedono arrivare e andare via tanta gente, hanno iniziato ad essere parte di me e della mia vita. Quei volti, che mi parevano tutti uguali e così insignificanti, sono ora per me amici e compagni di vita. Tuttavia, sono solo all’inizio del mio cammino: ho ancora tanto da percorrere e da conoscere dei miei amici che mi accompagneranno in questo viaggio, un viaggio che va oltre la scuola e lo studio, un viaggio che mi e ci farà crescere come persona.
Una situazione difficile e surreale
In questa situazione difficile ed estremamente surreale, anche se non posso più fisicamente vederti, continua a vivere in me la tua presenza; infatti, sono convinta che tu non sia definita solo da quattro mura, tu sei molto di più: sei gli alunni, sei i professori, sei i legami che si formano all’interno di quelle tue mura. Sei tutte quelle persone che in te vedono più che un semplice edificio, tutte quelle persone che hanno lasciato un pezzo di loro stessi in quelle aule e in quei corridoi; perché per quelle persone non sei solo una semplice scuola, ma molto di più, una casa e una famiglia.
L’importanza che ricopri nella mia vita
Sai, ora che ci penso non credo di averti mai ringraziato per quello che fai. Sei pronta ad accogliere tutti i ragazzi che si presentano tra le tue mura, trascorri l’estate in solitudine, chiedendoti quando potrai risentire le urla dei bambini durante la ricreazione. Tuttavia, molte volte vedi i volti tristi dei ragazzi che varcano la tua soglia, mentre si lamentano di dover andare in classe. Non immagino come tu ti senta in quei momenti, ma voglio dirti una cosa: quei volti cupi sono solo una maschera dietro la quale ci nascondiamo; in realtà alzarsi presto la mattina, camminare per i corridoi, sonnecchiare durante una noiosa lezione di matematica sono tutto per noi, sono la nostra vita. Ora, in questo periodo che non posso fare tutte queste cose, riesco a comprendere l’importanza che ricopri nella mia vita, nel mio mondo.
Non sei noiosa
Proprio così, io ho bisogno di tutto questo e di te, come ho bisogno della mia ordinaria e normalissima vita e, anche se a volte mi lamento dicendo che sia noiosa, io la amo con tutto il cuore. Spero vivamente di rivederti presto, tua Lucrezia.