Se c’è una cosa di cui negli ultimi mesi abbiamo sentito parlare spesso è, forse, dopo il Coronavirus, l’America. Il gruppo di lettura Nerofrizzante tra dicembre e gennaio ha accolto la sfida di leggere “Questa è l’America”, che racconta le trasformazioni degli Stati Uniti dalla metà del secolo scorso ai giorni nostri. La “piaga” della dipendenza da oppiacei, le trasformazioni delle minoranze e dei rapporti con le istituzioni, le strategie comunicative dei Partiti, la radicalizzazione dell’elettorato: ecco alcuni dei nodi toccati dall’autore, Francesco Costa, giornalista e vicedirettore del Post, che i ragazzi hanno incontrato online per parlare del suo libro, ma anche dei più recenti avvenimenti di attualità.
Un sano scetticismo per affrontare la disinformazione
di Valeria Mazzucco
Il rapporto tra politica e mondo della comunicazione ha offerto lo spunto alla prima domanda: un tema che “tocca non solo gli Stati Uniti, ma ciascuno di noi”. Davanti alla disinformazione, ci vuole un sano scetticismo – suggerisce in apertura Costa – da usare soprattutto verso le notizie che sembrano confermare il nostro modo di pensare: spirito critico e verifiche mirate, ma anche la capacità di scindere i fatti e dalle opinioni. Quello che è interessante ricordare è che la radicalizzazione, che i Social Network facilitano, aumenta la rabbia e la frustrazione che abbiamo potuto vedere “in azione” durante l’attacco al Campidoglio del 6 gennaio.
Sottrarsi alla responsabilità sui contenuti
La comunicazione tesa ha avuto la propria parte anche nella recente campagna di screditamento del “voto per posta” o nel caso del ban di Twitter all’account di Trump, un presidente che sembrava avviato alla rielezione, prima della pandemia. Costa ricorda che se da una parte le compagnie stabiliscono “regole” – i “Termini e condizioni di servizio” – per comportamenti vietati per legge (come incitazione all’odio, al razzismo o al suicidio), dall’altra tendono a sottrarsi alla responsabilità sui contenuti, e a tenersi stretta – invece – la scelta dell’ordine di presentazione secondo algoritmo: sul piatto della discussione in merito a queste responsabilità ci sarebbe una maggior limitazione per tutti oppure la salvaguardia della libertà attuale, al prezzo dell’esposizione ai rischi di derive negative.
Il cambiamento climatico
Un tema che i ragazzi hanno voluto toccare è stato quello del cambiamento climatico e Francesco Costa ha sottolineato come questa sia forse la più grande sfida che aspetta gli USA e non solo. Dopo l’uscita dagli accordi di Parigi, a Biden toccherà stabilire come rientrarvi: si attendono tagli all’industria del petrolio e investimenti più cospicui sul fronte dell’energia rinnovabile, ma è nell’ambito del coordinamento della comunità internazionale e dei comportamenti individuali in rapporto all’uso di plastica, energia, acqua che si gioca la partita davvero importante.
Cosa ha da insegnare la politica americana a quella italiana?
È a questo punto che Costa racconta la storia che apre il suo nuovo libro, la prima corsa al Senato di Biden, a 29 anni, contro un Repubblicano amatissimo e l’elezione alla Camera di AOC, Alexandria Ocasio-Cortez, che prima lavorava come cameriera a New York: il sistema statunitense riesce a dare spazio a forze nuove, “sconosciute”, che però lavorano alacremente per migliorare il paese. E viceversa? La politica attenta all’ascolto del territorio, la vicinanza ai cittadini che esiste nelle esperienze virtuose in Italia, la coesione e vivacità di tante nostre comunità.
Sul perché i media ci restituiscono immagini così contrastanti della polizia americana e ora ne vediamo l’aggressività durante le proteste di Black Lives Matter, ora la disorganizzazione, come a Capitol Hill, Costa contestualizza: sono proteste molto diverse – le prime causate dal razzismo sistemico, le seconde dalla campagna sulla presunta “elezione rubata”, e richiama un elemento importante; è indubbio che la polizia conservi un pezzo importante della storia della società in cui opera: della discriminazione razziale che è rimasta in vigore per legge fino agli anni ‘60, quando ha iniziato a cadere il sistema di segregazione dei neri.
America: ancora terra dei sogni?
Il sogno di chi è immigrato e può sperare di costruire una fortuna – è una domanda che ci fanno da casa; Costa racconta che oggi chi cade in questo paese, fa più fatica a rialzarsi: sembra essersi trasformato in uno sport estremo, ma, sì, “il sogno americano esiste ancora”.
L’America, “320 milioni di abitanti, 33 volte l’Italia” e una storia che si allunga. Biden era vicepresidente di Obama all’epoca della crisi del 2008-2009: cosa sa oggi, dentro ad un’altra crisi, rispetto ad allora, quando doveva stanziare i fondi durante la crisi del 2008-2009? Kamala Harris ha gestito la discriminazione razziale quando era procuratrice in California, cosa la aspetta di qui in poi? Le risposte e un’ipotesi di futuro – ci dice Costa – potrebbero essere, a patto che la velocità degli avvenimenti non ci sorprenda ancora, nel suo nuovo libro, “Una storia americana”.
I suoi consigli di lettura/visione:
- Serie TV: The West Wing: “datata, ma spiega la politica americana meglio di House of Cards”.
- Documentario Netflix: Il voto in poche parole: utile visto il momento.
- Libro: Un Uomo, Oriana Fallaci: una delle migliori giornaliste italiane racconta la storia vera di un dissidente greco, Alexandros Panagulis.
- Graphic Novel: March, John Lewis: allievo di Martin Luther King, racconta la sua lunga lotta per i diritti civili e umani.
Un ringraziamento va a Francesco Costa per la sua disponibilità e ai ragazzi di Nerofrizzante che hanno curato l’intervista: Andrea Brambilla (II classico), Marta Colazzo (II classico), Eleonora Giuditta (II classico), Matteo Tedesi (VB).
“È indubbio che la polizia conservi un pezzo importante della storia della società in cui opera: della discriminazione razziale che è rimasta in vigore per legge fino agli anni ‘60, quando ha iniziato a cadere il sistema di segregazione dei neri”.
Docente di Latino, Italiano e Storia-Geografia
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